I treni preservano speci quasi estinte
In Italia (almeno fino a qualche giorno fa) le “cimici” più note erano le minuscole ricetrasmittenti da spioni o investigatori autorizzati, piazzate in case, uffici, ecc. di gente su cui indagare, legalmente o meno. Alla cimice, intesa come disgustoso succhiasangue, nessuno ormai pensava più, scomparsa dalle nostre parti insieme alla fame, alla miseria e al sudiciume endemico di anni più o meno dimenticati. Ci volevano i treni per resuscitare questi insetti che gli entomologi classificano come “emitteri” (succhiatori, appunto), “specie cosmopolita”, forma piatta e tondeggiante, dimensione sui 5-6 millimetri, il cui nutrimento è il sangue. I nostri treni sono ormai diventati un vero e proprio laboratorio di ricerca per gli studiosi di parassitologia. Le carrozze pullulano infatti anche di pulci, zecche (altri avidi succhiatori), pidocchi. Non mancano neanche le blatte, o scarafaggi, una specie più mite ma altrettanto ripugnante. Sembra accertata l’assenza della “zanzara anofele”, portatrice della malaria, ma vai a sapere.
Le prime scoperte di questo microzoo che infesta “Trenitalia”, risalgono ai primi di settembre. Non pochi passeggeri sono dovuti ricorrere alla Guardia medica, in seguito alle punture degli insetti che ormai, avendo nidificato sulle vetture, evidentemente indisturbati, devono, non a torto, essersi sentiti minacciati dall’ingombrante presenza umana. Trenitalia, cioè le ex Ferrovie dello Stato (ma Trenitalia suona meglio: dimensione privata, evocazione di efficienza), ha reagito con drastica managerialità: ha tolto di mezzo 508 carrozze, ritenute inadeguate (ma perché solo adesso?, per le cimici?, la verità è che si trattava ormai di rottami: alle Ferrovie non buttano mai niente, come si fa col maiale), non senza porgere le sue scuse ai viaggiatori per i disagi, poi ha disposto l’intensificazione delle squadre di pulizia (dopo averle prima ridotte alla metà, almeno a quanto affermano i sindacati di settore). Inoltre, ha deciso di introdurre una norma rivoluzionaria: d’ora in poi la descrizione dello stato igienico delle carrozze, prima affidato ai controllori, sarà devoluto (ecco il primo caso di “devolution”) ai passeggeri con ciò che è stato definito dalla dirigenza ferroviaria, rigorosamente multilingue, “customer satisfaction”, cioè un rapportino, che però, temo, sarà piuttosto un “cahier de doléances”, detto in francese, tanto per essere multilingue anche noi, un elenco di proteste, ma lasciamo perdere. Econ gli abissali ritardi sulle linee, come la mettiamo? A sentire le risposte date dalla medesima dirigenza ai giornali che li denunciano, è più o meno disfattismo. E i pendolari e i viaggiatori che periodicamente invadono per protesta i binari? Be’, solo pericolosi agitatori, forse no-global.
Infine, l’annuncio dell’amministratore delegato di Trenitalia, Roberto Testore: la Compagnia ha già a disposizione 7 miliardi di euro da spendere in quattro anni per l’ammodernamento di vagoni, locomotori, e così via. Cifra che supera il costo del ponte sullo Stretto, perbacco. Il manager ha ammesso che ci sono vetture vecchie anche 40 anni e ha garantito che in Trenitalia è radicalmente cambiato il modo di agire. Ci volevano le cimici.
0 Comments:
Posta un commento
<< Home